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Stefano Mariotti: un leader conosce bene qual è il traguardo e come arrivarci

“Dream Big, Starts Small and Act Now”: in questa frase di Robin Sharma, Stefano Mariotti, 52 anni, AD e Direttore Generale di Manifatture Sigaro, si rivede maggiormente ed è quella che più si sente di raccomandare a chi gli chiede un consiglio sulla propria carriera professionale.
Stefano ha una ventennale esperienza in multinazionali, ha iniziato infatti in IBM (1995), subito dopo la laurea in Scienze dell’Informazione, per poi fare esperienze in Intertaba – Philip Morris Affiliate, Pfizer, PWC Consulting, BAT Italia e in BAT International come AD e Presidente dell’affiliata che gestisce il business duty free della multinazionale del tabacco. Entra in Manifatture Sigaro Toscano SPA (MST) nel 2014 come Direttore Generale e viene poi nominato Amministratore Delegato nel 2018.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R.  Nel mio ambito “innovatore” è colui che sa cavalcare la tradizione rimanendo al passo dei tempi. Sono dell’opinione che innovare sia responsabilità del leader di mercato.
Naturalmente bisogna innovare nel solco della tradizione, nel nostro caso quella del sigaro 100% Kentucky, e quindi noi innoviamo in formati, in nuovi blend, ma rimanendo all’interno di quella che è la nostra tradizione di oltre 200 anni di storia. L’innovazione non si limita al solo prodotto ma coinvolge anche i processi e l’organizzazione di un’azienda.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R.  Andando al di fuori del mio campo penso che il mondo come lo conosciamo oggi sarà completamente rivoluzionato dall’utilizzo dell’AI. Man mano, senza che ce ne accorgiamo, le applicazioni dell’intelligenza artificiale stanno cambiando la nostra vita e avranno un impatto importante sulle nostre attività e abitudini, forse superiore a quello che hanno avuto internet e gli smartphone negli ultimi anni.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R.  Questa è la domanda che ci facciamo sempre tutti quando siamo a capo di una organizzazione: essere Capo o Leader? Guidare un’azienda, un gruppo di lavoro non è facile, ogni persona ragiona in maniera diversa e l’organizzazione funziona se tutti condividono lo stesso obiettivo. Personalmente amo partire dal significato inglese “guidare”, come detto prima, e non comandare. Implica il concetto di “soft power”, il convincimento, l’adesione. Bisogna avere una visione chiara di dove si vuole andare e soprattutto di come andarci, coinvolgendo e stimolando il team, motivando le persone, investendo anche tempo (che è quello che ci manca di più) per far sentire tutti importanti. Tra i ruoli fondamentali di un leader c’è quello di valorizzare il capitale umano a disposizione, di sfruttare i punti di forza di ogni risorsa e lavorare per migliorare le aree di debolezza e lasciare così l’organizzazione più ricca di quella che è era. Un lavoro senza dubbio impegnativo, ma che, come spesso accade, dà delle soddisfazioni enormi.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R.  Mio padre che ancora oggi mi ispira con i suoi comportamenti, la sua semplicità e la sua saggezza! Ho imparato da lui, osservandolo, il senso del dovere, della responsabilità, del rispetto e dell’umiltà, fondamenta su cui ho costruito la mia persona.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R.  La risposta coincide: le nuove generazioni e la loro capacità di gestire l’evoluzione tecnologica e la quantità di dati a disposizione.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R.  Lavorare per costruire una MST sempre più globale/Contribuire a costruire una nuova generazione manager

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Toscano/Figli/Inter: mi emoziono ogni volta che per celebrare un nuovo prodotto giriamo un nuovo video che celebra l’italianità del sigaro Toscano; mi emoziono quando vedo i miei figli crescere e vincere le sfide che la vita gli propone e mi emoziono quando l’Inter vince!
Mi arrabbio, in particolar modo in quest’ultimo periodo, quando le fake news circolano sui social, in quanto rischiano di influenzare le persone non in grado di riconoscerle.

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