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Guglielmo Gennaro Auricchio: L’innovazione? Segue i principi dell’evoluzionismo

“Percorrete tutte le vie delle arti e delle abilità individuali. Quando gli altri non riusciranno più ad imbrogliarvi, è segno che avrete acquisito la saggezza e la gentilezza, qualità strategiche”.
Miyamoto Musashi, “il libro dei Cinque Anelli” libro dell’acqua.
È una frase che è diventata quasi un mantra per Guglielmo Gennaro Auricchio.
Guglielmo frequenta l’Università Commerciale Luigi Bocconi sia per il triennio in Economia Aziendale, che per il percorso di laurea magistrale in Management in cui consegue la laurea discutendo una tesi riguardo ai potenziali vantaggi offerti dall’industria 4.0 per il settore agroalimentare italiano. Nel corso del biennio frequenta anche un corso di formazione executive in Family Business presso la Luiss Business School di Roma.
Si affaccia al mondo del lavoro nel campo della consulenza strategica che lo riporta a Milano presso The European House – Ambrosetti, passando per Torino e Verona.
A Milano segue il corso di primo livello come assaggiatore di formaggi (Onaf).
Nel gennaio 2021 fa il suo ingresso nell’azienda di famiglia.
Dopo un percorso di job rotation finalizzato alla conoscenza delle varie branche in cui è articolata l’impresa e delle relative diverse funzioni, entra a far parte della struttura commerciale come export manager. Il dinamismo che lo ha sempre caratterizzato porta Guglielmo ad essere un fautore della formazione continua anche in azienda, ottenendo nel corso dell’estate la certificazione come Project Manager di livello green belt, che si rivelerà particolarmente utile nell’organizzazione dei team e dei lavori, in particolare per quanto riguarda la Corporate Social Responsibility del gruppo.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Chi riesce ad intercettare i cambiamenti economici, tecnologici, politici e sociali e ad adattarsi meglio e più rapidamente ad essi. Sono infatti convinto che la società stessa segua i principi dell’evoluzionismo biologico.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R.Penso riguarderà il modo in cui produciamo e consumiamo energia. Credo inoltre che la “next wave” di innovazione in generale sia improntata alla ricerca di un’economia quanto più circolare e sostenibile possibile.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Un buon leader deve essere un esempio da seguire e deve infondere fiducia; deve trascinare la propria squadra al successo riuscendo anche a trasmettere buone pratiche che possano essere utili per il miglioramento personale e professionale per le persone che lo circondano.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Tutta la mia famiglia sotto i più vari aspetti in realtà. Tengo però a sottolineare l’importanza che ha avuto per me il nonno Gennaro, per quanto riguarda la dedizione al lavoro, l’amore per l’azienda e la serietà nell’affrontare la vita in tutti i suoi aspetti.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Una delle mie più grandi paure è sicuramente essere relegato alla mediocrità ed ancora peggio alla banalità.
La mia più grande speranza è quella di riuscire a lasciare in qualche modo un segno, qualcosa che in un certo senso sia rilevante per la società. Non è importante il livello a cui questo avviene, può riguardare una cerchia più o meno ampia di persone, l’importante è non aver vissuto senza avere apportato nulla di buono per nessuno.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Ho la fortuna al momento di poter parlare con “due cappelli”.
Come membro della famiglia Auricchio, e giovane export manager, attualmente la mia mission è quella di portare nel mondo il nostro prodotto e far apprezzare il frutto di centoquaranta anni di storia italiana e di ricerca in ambito caseario a chiunque nel mondo voglia un prodotto tradizionale, di qualità e con un gusto inconfondibile.
In quanto neo-eletto presidente dei Giovani di Federalimentare la mia mission è riuscire a creare un gruppo forte di giovani imprenditori proattivi che vogliano darsi da fare per lottare come comparto industriale per avere il successo – che ci meritiamo – come settore industriale, come singole aziende e come Paese Italia.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Una delle cose che più mi fa emozionare è sicuramente la sensazione di avere fatto bene quanto mi sono impegnato a fare. Ancora di più se quanto fatto sia un qualcosa che possa aver apportato del valore aggiunto anche agli altri.
Una delle cose che più mi fa arrabbiare, per contrasto, è l’esatto opposto e cioè il fatto di trovarmi in difetto per superficialità o distrazione.
Sono dell’idea insomma che se qualcuno si mette a fare qualcosa tanto vale che la faccia al meglio, diversamente sarebbe preferibile che impegnasse il tempo a fare dell’altro, come ha sempre detto mia nonna.

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