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Simonetta Di Pippo: l’accesso allo Spazio cambierà la vita sulla Terra

Simonetta Di Pippo è l’attuale Direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio extra-atmosferico, carica che ricopre dal Marzo 2014.

Astrofisico, laureata all’Università La Sapienza di Roma nel 1984, ha iniziato la sua carriera nelle file del Piano Spaziale Italiano del CNR nel 1986, successivamente confluito nell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a partire dal 1988. Ha ricoperto varie responsabilità in diversi settori, dalla Osservazione della Terra alla Automazione e Robotica Spaziale, dalla scienza al volo umano, e nel 2002 ha assunto l’incarico di Responsabile dell’Osservazione dell’Universo all’ASI. Dal 2008 al 2011, il passaggio all’Agenzia Spaziale Europea nel ruolo di Direttore del Volo Umano, seguito da una permanenza a Bruxelles come responsabile dell’Osservatorio per la Politica Spaziale Europea per conto dell’ASI, sino a Marzo 2014, quando si è trasferita a Vienna per UNOOSA.

Nel giugno 2009 ha co-fondato l’associazione Women in Aerospace Europe (WIA-E), ne è stata Presidente nei primi anni dalla sua fondazione, e riveste ora la carica di Presidente Onorario. A partire dal 2013, è membro del Global Board Ready Women (GBRW). Nel 2013 ha ricevuto una laurea Honoris Causa in Studi Ambientali dalla Università St. John, e sempre nel 2013, è stata nominata Accademico della International Academy of Astronautics (IAA). Dal 2015, è nel Board of Trustees della IAA.

Autore di un libro (Astronauti, edito da Mursia) e co-autore di diversi libri, ha pubblicato più di 70 articoli, ed è presente in più di 800 articoli ed interviste su giornali e riviste. Membro e Presidente di comitati scientifici di congressi internazionali, è stata invitata ad insegnare in varie università, inclusa la George Washington University a Washington D.C. e alla LUISS Business School a Roma, ed è stata premiata diverse volte con riconoscimenti prestigiosi a livello mondiale.

Insignita della onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana motu proprio dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2006, nel 2008 l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha assegnato all’asteroide 21887 il nome “dipippo” come riconoscimento del suo contributo all’esplorazione spaziale.

D. Chi è un innovatore per lei e perché’?
 

R. Ci sono diversi modi di fare innovazione. Trovo che innovare nel modo di fare leadership sia l’azione più sfidante, e più gratificante allo stesso tempo. Un innovatore è colui o colei che sviluppa nuove tecnologie che proiettano progresso, che applica best practices in modo nuovo, creando ed aggiungendo valore. È colui o colei che sa veramente utilizzare diversi approcci nell’innovare, vale a dire in modo radicale o a piccoli passi successivi, guardando ad un obiettivo di lungo termine oppure ad un processo incrementale sul breve-medio termine. In sostanza, il vero innovatore ha l’abilità di scegliere il modo di innovare a seconda delle circostanze e dell’obiettivo. Senza perdere di vista la necessità di un continuo e costante rinnovamento cognitivo, intellettuale.
 


D. Quale è l’innovazione che cambierà il mondo  nei prossimi anni?
 

R. Se parliamo di tecnologia innovativa, credo che l’additive manufacturing abbia qualcosa da dire nel prossimo futuro rispetto all’obiettivo di uno sviluppo sostenibile su scala globale, che sarebbe una innovazione sociale di per sé. Il mondo cambierà veramente però in virtu’ del fiorire di servizi e applicazioni derivati da dati e infrastrutture spaziali, e per il fatto che lo spazio sarà sempre più accessibile, consentendo alla specie umana di espandersi su altri pianeti. Quindi, senza dubbio, l’accesso allo spazio, che si porta dietro innovazione ad ogni passo, cambierà il modo in cui percepiamo la vita sulla Terra.
 


D. Quale è il ruolo di un leader in una organizzazione?
 

R. Se parliamo di un leader che guarda all’innovazione, a mio avviso non può essere soltanto qualcuno che definisce la vision e motiva gli altri a seguirlo. Deve essere in grado di costruire un ambiente che si auto alimenti a base di innovazione, che sia in pratica capace di generare internamente idee e soluzioni innovative. Un vero leader è colui o colei che, dato un gruppo di persone in un team, è capace di ottenere il meglio dal team stesso, in modo da far emergere le caratteristiche migliori sino ad arrivare a quello che può essere definito ‘genio collettivo’ (Harvard Business Review June 2014).  In sostanza, il vero leader è colui o colei che fa la differenza, anche creando un bilanciamento tra la condivisione e il confronto di idee ed opinioni. La decisione finale, per proseguire, rimane del leader e della sua capacità di sintesi e di comprensione dei dettagli, piccoli e grandi, che gli/le consentono di prendere le decisioni giuste al momento giusto, avendo costruito una base di condivisione sull’obiettivo strategico da perseguire.
 


D. Una persona che ha lasciato un segno nella sua vita?
 

R. Diverse, direi. Ognuno di noi è la somma delle proprie esperienze e dei propri incontri, dei successi così come delle sconfitte. Alcuni di questi incontri hanno lasciato dei segni indelebili, e altri continuano a lasciarne, in positivo e negativo. 
 


D. La sua più grande paura, la sua più grande speranza?
 

R. La mia più grande paura da sempre è di invecchiare. La mia più grande speranza: riuscire ad invecchiare.
 


D. Il suo progetto di lavoro attuale e quello futuro
 

R. Al momento, ho il privilegio di servire i 193 paesi membri delle Nazioni Unite in qualità di direttore dell’Ufficio per gli Affari dello Spazio Extra-atmosferico (UNOOSA). L’Ufficio promuove il dialogo e la cooperazione internazionale nella definizione e ottimizzazione di programmi e attività spaziali, per uso pacifico, finalizzati a migliorare la qualità della vita sulla terra.
Il mio progetto futuro? Direi più un sogno: lanciare un programma di esplorazione le cui attività e i benefici condivisi, facciano sì che esso prenda le forme di una imprescindibile  piattaforma diplomatica globale, la più innovativa e inclusiva che sia oggi immaginabile.
 


D. La cosa che la fa più emozionare e quella che la fa più arrabbiare
 

R. Mi fa emozionare il capire, il far quadrare il cerchio. Mi fa arrabbiare, più precisamente disturba la mia tranquillità interiore, la malafede. E si, mi fa ancora emozionare vedere come il mio lavoro ha un impatto sul futuro del globo, un lancio di una missione spaziale, un successo tecnologico, una scoperta. ‘Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza’ (Dante, Inferno, Canto Ventiseiesimo).

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