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Ugo Cilento: innovazione e tradizione non sono in antitesi

“Dobbiamo diffidare delle innovazioni superflue, soprattutto quando sono guidate dalla logica” ( Winston Churchill ).

La frase di Churchill è un punto di riferimento per Ugo Cilento, rappresentante dell’ottava generazione della Maison Cilento, una storica azienda leader nel settore della moda che nasce nel 1780 a Napoli e che ha avuto il principale merito di portare in auge lo stile partenopeo nel mondo. La Cilento 1780 fonda le proprie radici sulla tradizione e l’eleganza, sul buon gusto e sulla qualità eccellente delle sete, dei cachemire e dei pellami utilizzati per la realizzazione dei propri articoli.
Ugo Cilento è un appassionato di storia e di arte e questa sua passione lo ha sempre ispirato nelle sue creazioni spesso legate anche a diversi Musei e Fondazioni e alle iniziative ad essi collegate.
Creativo e dinamico nella comunicazione crede fermamente nel rapporto umano di stima  correttezza e lealtà.  È anche appassionato di montagna, dove trascorre i suoi pochi momenti liberi a passeggio nel suo defender verde inglese. È sposato e padre di due gemelli.
Per Cilento “l’innovazione parte dal cuore.”

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R.  Posso dire di essere ampiamente riconosciuto da tutti come un vero innovatore in quanto riesco a coniugare elegantemente il passato con il futuro. I concetti di tradizione e innovazione sono spesso percepiti come in antitesi tra di loro. Innovarsi per me non vuol dire adulterare un passato consolidato, ma è una naturale conseguenza di numerosi eventi innovativi che genera la consuetudine. Anche la
tradizione deriva da vari passaggi evolutivi che si sono presentati come forza innovatrice. Essere dunque un innovatore nel mio settore non è semplice, e restare eccellenti vuol dire rispettare i principi di eleganza e gusto propri della storia della Maison Cilento 1780 e ricercare sempre l’eccellenza nelle materie prime.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R.  Si parla di internet, dei social e delle vendite online, che certamente sono importanti a livello di comunicazione ma non potranno mai cambiare un mondo ricercato come il mio in meglio. Le fotografie sono sempre più alterabili e tutti i prodotti appaiono nelle stesse ugualmente validi. Ma come si può trasmettere attraverso una foto o una fredda vendita online quell’emozione che solo il tatto può dare?
Toccare una splendida seta tessuta ed il particolare ricamato a mano sul codino di una mia cravatta settepieghe o un tessuto donegal cardato come può essere equivalente ad un acquisto on line? Ecco che si perde quella ricercatezza e quella eccellenza che la mia Maison propone da 240 anni.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R.  Un buon leader innanzitutto conosce bene il proprio lavoro, ha ben chiari gli obiettivi e le modalità per raggiungerli. Sa che deve dare il buon esempio, deve possedere integrità e onestà e attraverso il suo comportamento corretto e leale, specie nei momenti difficili, ottiene rispetto e fiducia da parte di tutti coloro che lavorano con lui.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R.  Certamente mia nonna Iole, professoressa e studiosa di storia dell’arte, che mi ha trasmesso l’amore per l’arte e per la storia, binomio inscindibile che io sono riuscito a fondere anche con la moda.
Da questa fusione sono nate tante mie creazioni, dalle cravatte e foulard realizzati in passato per la Reggia di Caserta alle cravatte e foulard realizzati per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sui quali sono impresse magistralmente le opere in esso esposte, o ancora le cravatte ed i foulard realizzati per il Museo di Pietrarsa, con i quali si rende omaggio ad un’opera grandiosa come la prima linea
ferroviaria italiana Napoli – Portici, e ad una storia che dà lustro a Napoli e alla Campania tutta. Altrettanto affascinante è stato l’incontro con la Pinacoteca di Brera, nel pieno centro della cultura e dell’eleganza meneghina, che pure ha dato luogo a una collezione di cravatte legate alla storia e all’arte. E così tante altre mie collezioni.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R.  Di sicuro la mia più grande paura è il declino culturale della nostra società. Bisogna solo augurarsi un cambiamento di rotta nelle nuove generazioni, cosa in cui confido molto.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R.  Più che attuale, il mio progetto costante è riuscire a trasmettere amore, passione ed eleganza in tutto quello che faccio, dalle mie creazioni al modo di essere nel rispetto della mia storia e delle mie tradizioni.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R.  Posso dire che ogni qualvolta creo un nuovo foulard o una nuova cravatta provo sempre la stessa emozione per essere riuscito a fondere la mia passione per la moda con l’amore per la storia e per le tradizioni, e per essere riuscito, di conseguenza, a trasmettere questa mia emozione agli altri portando lo stile Cilento nel mondo.
Ciò che invece proprio non tollero è la maleducazione, la cattiveria e la scorrettezza che, per rimanere in tema, sono concetti lontani dalla mia educazione.

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