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Rossana Revello: affrontare la complessità mettendo i professionisti in rete

Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così. Solo che 
quando c’è da rimboccarsi  le maniche e cominciare a cambiare vi è un 
prezzo da pagare ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce
 lamentarsi piuttosto che fare (Giovanni Falcone)


. Rossana Revello dal giugno 2016 è Presidente del Gruppo tecnico
 Responsabilità Sociale d’Impresa di Confindustria, all’interno della 
delega alle Politiche industriali.

Laureata in Scienze Politiche e
 specializzata in comunicazione d’impresa, fonda nel 1985
 Chiappe Revello insieme a partner italiani ed internazionali con cui 
collabora per oltre vent’anni. Negli ultimi anni si dedica
 prevalentemente alle relazioni istituzionali e alla CSR. Si è occupata 
di vari casi di crisis e reputation management per gruppi industriali
 italiani e aziende multinazionali operanti in Italia nei settori
 ambiente, energia, trasporti, sanità, ricerca.

Ha ricoperto vari 
incarichi in Confindustria a livello territoriale e in associazioni 
professionali. Ha collaborato con il Gabinetto del Ministro
 dell’Istruzione e della Ricerca Francesco Profumo tra il 2011 e il 2012 
sul tema dei cluster tecnologici ed è stata consulente del Ministro
 dell’Ambiente Andrea Orlando nel 2013 per lo sviluppo della “Blu
Economy”. E’ consulente del Sindaco di Genova sui temi della Smart
City e della comunicazione del rischio.





D. Chi è un innovatore per te? Perché?


R. 

Chi rompe gli schemi e sa cambiare la prospettiva: credo che oggi 
innovare voglia dire trovare modi nuovi per affrontare problemi 
vecchi, quindi non necessariamente creare una cosa nuova  ma
 interpretare la realtà quotidiana in modo originale

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. 

Al di là della tecnologia che porterà sicuramente a innovazioni 
importanti nel campo della salute e della scienza in genere, la vera 
sfida è l’innovazione sociale: innescare una rivoluzione culturale che 
cambi comportamenti secolari e il ruolo delle donne potrebbe essere 
fondamentale

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R.

 Un ruolo chiave: visione e coerenza nelle scelte e soprattutto  nei
 comportamenti, in linea con quanto si dichiara. E non solo: un leader
 deve essere inclusivo e far sentire ogni persona che lavora con
 lui/lei un pò speciale



D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. 

A livello professionale, Aldo Chiappe, che ha investito su di me
quando avevo 25 anni e mi ha guidato condividendo i valori dell’etica, 
della professionalità e soprattutto della supremazia della sostanza
 rispetto all’estetica

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. 

La più grande paura è la diffusione della superficialità e della
 cultura antiscientifica, vedi il caso dei vaccini, delle cure
 anticancro, del negazionismo storico etc.. Oggi più che mai ognuno ha 
la possibilità di studiare, imparare, informarsi confrontando opinioni 
diverse per costruirsi una propria idea. E da qui la mia speranza: che
i ragazzi non rinuncino alla curiosità e alla ricerca e che il nostro
sistema educativo riesca a svolgere quel fondamentale ruolo di stimolo 
alla creatività e al libero pensiero



D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. 

Oggi il mio progetto – che vale oggi ma anche nei prossimi anni – è
 quello di creare una rete di professionisti tra loro complementari e 
sinergici che possano offrire competenze adeguate alla complessità
 secondo i principi del valore condiviso, del coinvolgimento e della
 trasparenza. Mi piacerebbe superare la logica individualista  che
 prevale nel mondo delle professioni e non solo e ragionare sulla base 
di team dove ognuno dà un contributo per trovare soluzioni e risposte 
ad esigenze sempre più complesse che il singolo – anche se geniale -
 non può più soddisfare

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare




R.

 Mi emoziono sempre quando vedo che nonostante tutto e tutti ci sono 
persone che non mollano mai e combattono ogni giorno per i loro sogni 
e per quello che hanno costruito, spesso con grande fatica e tanti 
sacrifici: ce ne sono tanti anche se sembra di essere travolti 
dall’indifferenza e dall’odio. Quello che non sopporto – e ormai non 
riesco a nasconderlo – è perdere tempo: il tempo è un tale patrimonio
 che trovo insopportabile perderlo a causa di persone in malafede o
 irrimediabilmente incapaci.

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