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Rossella Sobrero: preferiremo sempre di più utilizzare i beni piuttosto che possederli

Il mercato è un vero mercato quando non produce solo ricchezza, ma soddisfa anche attese e valori etici: con questa frase di Amartya Sen (economista e filosofo indiano, premio Nobel per l’economia) Rossella Sobrero apre spesso il suo intervento quando è chiamata a portare una riflessione sui temi della sostenibilità.

Presidente e cofondatore di Koinètica, da anni Rossella si occupa di comunicazione sociale e CSR. All’attività professionale affianca quella formativa: è docente di Comunicazione sociale all’Università degli Studi di Milano e di Marketing non convenzionale all’Università Cattolica di Milano. Partecipa in modo attivo alla vita associativa: è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Pubblicità Progresso e del Consiglio Direttivo Nazionale di FERPI.

Ama scrivere: collabora con alcune testate giornalistiche e ha pubblicato diversi volumi sulla CSR e sulla comunicazione sociale. Ha creato e gestisce il blog CSR e Dintorni, dedicato alla responsabilità sociale d’impresa e alla comunicazione sociale.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?

R. Per me un vero innovatore non è chi si occupa di ricerca nell’area tecnologica (lo considero quasi per scontato) ma chi sa trovare soluzioni innovative per affrontare i problemi sociali più importanti che ci troviamo davanti. Un innovatore è una persona che sa vedere oltre ed è capace di attivare processi collaborativi, creare partnership, condividere idee e competenze.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?

R. Sul fronte dell’innovazione tecnologica è molto difficile prevedere cosa succederà perché tutto corre molto in fretta. In generale credo che l’innovazione più importante sia quella che sta già modificando il nostro modo di vivere e di consumare. Mi riferisco alla sharing economy che ha potuto svilupparsi attraverso piattaforme che hanno reso più facile lo scambio, la condivisione, il noleggio. Questo cambiamento porterà a forme di consumo più consapevoli, basate sull’utilizzo di un bene piuttosto che sulla proprietà, sulla fiducia dello sconosciuto piuttosto che sulla diffidenza.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?

R. La leadership, in particolare nel mondo dell’impresa, è molto cambiata negli ultimi anni. Oggi chi ha una posizione di governo deve avere soprattutto la capacità di incanalare competenze, capacità, entusiasmo delle persone che lo circondano. Anche nelle situazioni più difficili deve saper convogliare queste energie verso un obiettivo positivo.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?

R. Probabilmente la mia insegnante di lettere delle superiori, che mi fatto capire l’importanza della lettura e mi ha portato ad essere sempre curiosa.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?

R. Preferisco parlare di speranza e non di paura. La speranza è che l’Agenda 2030 con i suoi Development Goals aiuti tutti – istituzioni, cittadini, imprese – a lavorare insieme per dare un futuro più sostenibile ai i giovani.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.

R. Un’iniziativa a cui tengo molto è CSRnatives (www.csrnatives.net), una rete di studenti universitari creata lo scorso anno. Vi aderiscono oltre 130 ragazzi che studiano in diversi atenei italiani e hanno passione per la sostenibilità e l’innovazione sociale. E che sperano di diventare i CSR manager di domani.
Per il futuro mi piacerebbe realizzare un progetto educativo destinato alle scuole per far capire anche ai più piccoli il valore della responsabilità sociale d’impresa.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare

R. Un’emozione sempre forte è vedere un arcobaleno, fenomeno raro e per questo ancor più prezioso. Quello che continua a farmi arrabbiare è l’indifferenza: mi indigno ogni volta che vedo scorrettezze, negligenze, abusi, ingiustizie. Ma mi indigno ancora di più quando mi accorgo che molte persone considerano normali questi comportamenti.

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