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2 Marzo 2012

RACE, IL “COMUNICATORE IN AFFITTO” TROVA CASA IN BOCCIA

Da www.profumodicarriera.it

Non ha ancora tolto il cartello “affittasi” forse, ma la recente nomina a Direttore Comunicazione di Arti Grafiche Boccia ha sicuramente cambiato (e non di poco) gli orizzonti professionali di Roberto Race, balzato agli onori delle cronache nazionali nei mesi scorsi come esempio di (riuscitissima) flessibilità lavorativa.

Nella sua veste di direttore relazioni esterne/portavoce “in affitto”, Race è stato capace infatti, di ritagliarsi un’interessante nicchia di mercato, sviluppando una serie collaborazioni strutturate con aziende sprovviste di un’apposita figura di comunicatore nel proprio organigramma: «Non essendo, però, aziende di grandi dimensioni, hanno preferito avvalersi della mia figura e del mio team a tempo», puntualizza il giornalista napoletano. Perlomeno fino alla chiamata “ufficiale” da parte di Boccia.
Già finita l’epoca del “comunicatore in affitto” , dunque? Qualcosa dovrà necessariamente cambiare, ma il manager 31enne non rinnega il modello professionale di cui è stato orgoglioso alfiere: «Questo – spiega – è un cliente delicato per la complessità di interlocutori con cui mi troverò ad operare, ma continuerò comunque a seguire altri progetti importanti. Nella comunicazione un approccio flessibile permette di saper affrontare criticità ed opportunità di tutti i generi e ciò mi ha permesso di crescere tanto professionalmente. Ma la flessibilità non può essere un postulato: è una condizione favorevole se si guadagna bene e se si è disponibili a mettersi in gioco di continuo. Non è detto, però, che tutti possano investire nel lavoro tanto tempo ed energia».

Dottor Race, che compiti, ma anche che obiettivi, le spettano in veste di nuovo Direttore della Comunicazione di Arti Grafiche Boccia?
Innanzitutto, dovrò lavorare sul rafforzamento con tutti i pubblici di riferimento della visibilità e della percezione delle grandi potenzialità dell’azienda, una delle più competitive al livello europeo. Quindi, mi occuperò dei rapporti con i media, della promozione e del rafforzamento dell’immagine e del brand dell’azienda attraverso servizi di comunicazione integrata esterna e interna e l’organizzazione di eventi. Questo per noi sarà un anno particolarmente importante perché festeggeremo i“50 anni + 1”.

Scelta curiosa quella di festeggiate i “50 anni + 1” e non i 50…
Arti Grafiche Boccia è un’azienda che non vuole commemorarsi, ma che al contrario ha tanta voglia di raccontare i suoi progetti per i prossimi cinquant’anni.

La sua nomina arriva in un momento di espansione per l’azienda: come mai la scelta di investire oggi, in barba alla crisi economica?
A questa domanda dovrebbe rispondere la proprietà… Non dimentichiamo, comunque, che negli ultimi 8 anni Arti Grafiche Boccia ha investito più di 55 milioni di euro in nuovi impianti e strutture. Parliamo di un’azienda che da sempre guarda al futuro e che investe molto nelle competenze professionali. Basti pensare che, ad un team già molto forte, negli ultimi due anni si sono aggiunte figure importanti come il Direttore Generale, Mario Renda, già responsabile dei contratti di stampa e direttore dello stabilimento di Milano al Gruppo Editoriale L’Espresso, il Direttore Relazioni Esterne Matteo Formenton Macola, già alla direzione di Rotolito Lombarda, il Direttore Risorse Umane Gaetano Mele, che aveva lo stesso ruolo in Magnaghi Aeronautica ed il Responsabile Grandi Clienti, Stefano Bagnoli, che viene da realtà di spicco quali Rinascente e Condè Nast.

Oggi parliamo del suo ingresso nell’organigramma di Arti Grafiche Boccia, ma qualche mese fa diversi giornali si sono interessati alla sua storia di “professionista in affitto”: ci vuole raccontare di che si tratta?
Mi sono accorto che in molte aziende per le quali curavo l’ufficio stampa mancava la figura del direttore delle relazioni esterne e chi aveva il mio ruolo rispondeva solo al marketing e non all’amministratore delegato. Una scelta folle. Alcuni clienti lungimiranti mi hanno chiesto di mettere in piedi una “collaborazione strutturata” che potesse affiancare l’impresa nella sua crescita e crearle una “reputazione”. Non essendo, però, aziende di grandi dimensioni, hanno preferito avvalersi della mia figura e del mio team a tempo.

È un progetto che ha abbandonato, alla luce dell’incarico attuale?
No, anche se certamente questo è un cliente delicato per la complessità di interlocutori con cui mi troverò ad operare. Continuo a seguire progetti importanti: ad esempio, nei prossimi mesi lavorerò al lancio di Fullstop, un nuovo marchio casual.

Secondo lei, chi fa comunicazione oggi deve necessariamente avere un approccio così flessibile?
L’evoluzione della sua carriera nelle ultime settimane sembra dire il contrario…

Certamente un approccio flessibile permette di saper affrontare criticità ed opportunità di tutti i generi. E questo approccio mi ha permesso di crescere tanto professionalmente. Detto ciò, la flessibilità può essere una grande opportunità per consulenti ed imprenditori. ma non può essere un postulato. A livello generale bisogna creare degli ammortizzatori sociali in grado di supportare chi si trova in difficoltà nel breve periodo nel quale cerca il nuovo lavoro. Flessibile è bello se si guadagna bene e se si è disponibili a mettersi in gioco di continuo, rischiando di lavorare anche la notte e tanti fine settimana.
Ma non è detto che tutti, pur volendo lavorare nella comunicazione, possono investire nel lavoro tanto tempo ed energia. Ed anche loro devono avere uno spazio nel mercato….

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