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Pasquale Incarnato: innova chi sa rendere l’ordinario straordinario

“Una stanza senza libri è come un corpo senza anima” è questa citazione di Marco Tullio Cicerone quella preferita da Pasquale Incarnato. Esperto in comunicazione, Incarnato (Napoli 1989), si è sempre dedicato al mondo dell’editoria, al giornalismo, e alla comunicazione in tutte le sue forme. Digital Pr, Blogger, Media Relations e impegnato in attività di Public Affairs, con una laurea in culture digitali e della comunicazione, è Ceo de IlVaporetto,com, portale d’informazione prima, quotidiano poi. Responsabile comunicazione, addetto stampa e social media strategist per imprese ed enti. Certo che la comunicazione sia tutto, ha fatto di essa il proprio pane quotidiano proponendo soluzioni innovative a partire da idee semplici quanto essenziali.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Per me esistono i soggetti che vivono l’ordinario, il consueto, in modo brillante oppure meno. E poi c’è l’innovatore, ovvero colui che sa rendere l’ordinario straordinario. Colui che a partire da una esperienza riesce a dare una visione diversa a ciò che reputiamo o reputavamo semplicemente normale. L’innovatore è tale perché si ciba di prospettive, di immaginazione e tanta passione. Guardare oltre diventa la propria filosofia di vita, riuscendo a fornire un’alternativa utilizzando le proprie doti di osservare il mondo con occhi diversi, quelle di innata fantasia e lungimiranza. L’innovatore pensa ad un futuro insolito e trova le ragioni per motivarne l’essenza e lo sviluppo.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Risulta complicato immaginare l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni. Sicuramente, però, l’universo social, e tutte le due declinazioni, diverrà, ancor più, la protesi dell’uomo. Come lo era la comunicazione per il maestro McLuhan. Penso che la vera innovazione sarebbe imperniare la quotidianità sui nuovi social media, senza perdere l’esigenza dei rapporti umani, quelli concreti. Ecco, questa sarebbe una vera rivoluzione: associare la straordinaria potenza dei social alla routine, senza perderne, però, l’essenza.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Il leader è colui che sa quando e come canalizzare le energie di tutto il team verso un’unica mission, mostrando la strada percorribile e mettendosi in gioco personalmente, senza delegare gli impegni. Carisma ed umiltà sono alla base di una leadership efficace, senza rimandare i momenti in cui in modo chiaro ed inequivocabile c’è bisogno che emerga la volontà decisionale.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere più persone che in un modo o in un altro hanno lasciato un segno indelebile nella mia esperienza professionale, forgiandomi ed educandomi. Alcuni hanno influenzato senza dubbio la capacità di discernere, stimolando la innata voglia di fare che mi contraddistingue.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La mia grande paura è rimanere nello stato attuale, senza che vi sia un processo di necessario rinnovamento del sistema Italia. La speranza è in antinomia, con la paura di cui sopra: uscire dall’annichilimento di pensiero, sociale e politico in cui versa il paese.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro
R. Di progetti ve ne sono tanti, forse troppi, ed a volte sorge la necessità di dover dare delle priorità. Il mio attuale obiettivo è quello di strutturare una agenzia di servizi, di comunicazione e di public affairs. Tutto ciò coniugando esperienza pregressa a quanto di speciale e di prezioso offre il gruppo di lavoro con cui svolgo già oggi attività di consulenza.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Mi emoziono ancora quando vedo del buono nell’animo umano, e mi arrabbio quando penso che questo possa essere messo al servizio della collettività ed invece rimane, molte volte, in un angolo, appassito.

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