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Andrea Torassa: l’innovatore? E’ una persona che ti semplifica la vita!

I am an optimist — it does not seem to be much use being anything else. (Winston Churchill)

Andrea Torassa (Torino, 1984) è cofondatore e managing partner di Maiora Solutions, startup milanese specializzata nella creazione di sistemi automatizzati di ottimizzazione per la gestione commerciale di aziende di diversi settori.

Ha lavorato nel settore del turismo in Italia e poi negli Stati Uniti, occupandosi soprattutto di pricing e sistemi previsionali e di ottimizzazione dei ricavi. In Maiora si occupa prevalentemente di strategia aziendale e gestione finanziaria.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R.  Un innovatore è chi riesce a semplificare la vita (o i processi) agli altri. Spesso nel provare a generare nuove idee ci si scontra con il peso di dover inventare qualcosa di rivoluzionario, ma credo che alla fine l’innovazione sia un progressivo semplificare i compiti delle persone, senza doversi inventare degli stravolgimenti clamorosi. In fondo non serve inventare Google, per fare innovazione. E pure Google è un sistema che semplifica la vita.

E’ quando un’idea è particolarmente innovativa nella sua semplicità, che poi scatta il “ma come abbiamo fatto a non pensarci prima?”, e ci sembra impossibile tornare al passato.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R.  Difficile a dirsi, altrimenti avremmo già provato a svilupparla! Noi di mestiere ci occupiamo di dati da molti anni, e quindi crediamo fortemente che le innovazioni più importanti avranno come perno centrale l’utilizzo e l’automazione delle informazioni, anche in settori fino ad ora poco digitalizzati (penso all’immobiliare, per esempio, perché ci lavoriamo direttamente).

La pandemia d’altronde ha fatto fare un salto in avanti a moltissime persone in settori molto trasversali, e quindi ha preparato il terreno anche a idee e innovazioni che negli anni passati avrebbero avuto forse meno ricettività.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R.  Credo che un leader debba essere soprattutto molto molto bravo a scegliere le persone corrette per ogni ruolo, e a far sì che ognuno possa esprimere il proprio potenziale al massimo, cercando di fare meno danni possibili.  Serve indicare con estrema chiarezza la strategia, gli obiettivi e i tempi, ma poi bisogna essere in grado di far sì che ognuno usi al meglio le proprie competenze e la propria testa. E se a volte il lavoro non è esattamente quello pensato inizialmente, può andare bene lo stesso e serve ogni tanto mordersi la lingua

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R.  Tante fino ad ora, e tante nel futuro spero; con la famiglia al primo posto e sempre presente.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R.  Ho molta paura della monotonia, di perdere un po’ gli stimoli e di annoiarmi. Di conseguenza spero di riuscire a continuare a motivarmi, e a trovare nuovi interessi.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R.  In questo momento “pancia a terra” su Maiora Solutions, dove siamo molto focalizzati su due nostri sistemi proprietari: Epona, che consente di identificare il valore reale e futuro degli immobili, e Argo, il nostro strumento dedicato ad una gestione intelligente e ottimizzata dei ristoranti. Li abbiamo completati da poco e li stiamo lanciando, quindi siamo in una fase di grande fermento, Argo poi a breve verrà portato a Tel Aviv, per essere migliorato e accelerato all’interno dell’ecosistema delle startup Israeliane. 

Sul futuro vedremo. In questi anni siamo radicalmente cambiati in Maiora, a partire da quello che facciamo, e spesso i cambiamenti sono nati in maniera spontanea, adattandoci al contesto, o sulla base di incontri magari non previsti, quindi difficile dire cosa ci riserverà l’avvenire. Sicuramente siamo molto ottimisti!

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Quella che mi fa più arrabbiare è quando vedo un lavoro svolto con superficialità, specialmente quando si tratta di compiti o mansioni semplici, dove basterebbero tre minuti di attenzione in più per avere un risultato di qualità. E parlo sia da imprenditore che da cliente, o anche solo da osservatore.

Mi emoziona sempre molto viaggiare, cercando però di non farlo banalmente da turista, ma provando a vivere i luoghi; capisco che non sia stato proprio un tema di attualità negli ultimi anni, ma forse tra le cose che abbiamo imparato in questi due anni c’è stata anche la possibilità e la bellezza di viaggiare e girare anche senza dover andare troppo lontano. E che anche qui c’è tanto da scoprire.

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