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Nunzia Penelope: l’innovatore è un eterno insoddisfatto

Rome, 6 August 2011. Nunzia Penelope. © Stephanie Gengotti/LUZphoto

“Se sembra scritto, riscrivilo’’. 
Questa frase dello scrittore e sceneggiatore americano Elmore Leonard è la regola che Nunzia Penelope si è data nel suo lavoro di scrittrice e giornalista: ‘’Significa che non bisogna farsi prendere la mano dalle parole, dalla frase elaborata. Al lettore devi fornire informazioni e raccontare la storia in modo semplice, perché chiunque sia in grado di capire anche il concetto più complicato. Tanto più se come me si scrive di economia, materia che governa tutte le nostre esistenze, ma spesso senza che si sia in grado di decifrarne il senso’’. 

Nunzia Penelope ha iniziato come giornalista alla redazione economia dell’agenzia Adnkronos. Ha poi sperimentato altre strade: autrice televisiva, collaboratrice di testate come Il Foglio, Il Mondo, il Fatto Quotidiano. Nel 2011 nasce la decisione di raccontare l’economia in modo più ampio, attraverso i libri.  Arriva così la ‘’trilogia del denaro’’, una serie che tiene insieme la documentazione rigorosa dell’inchiesta con la semplicità della  narrazione. Primo volume della trilogia è  Soldi Rubati (2011), un best seller che ha rivelato i reali costi di tutte le varie forme di illegalità, dall’evasione fiscale alla corruzione, al lavoro nero, ecc. Nel 2012  esce Ricchi e Poveri, dedicato alle varie forme di disuguaglianza economica, e nel 2014 Caccia al tesoro, un’indagine sui capitali nascosti nei paradisi fiscali che, ben prima dei Panama Papers, dimostrava la dimensione colossale del problema. 

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Una persona che non si accontenta mai, sempre inquieta e insoddisfatta,  e per questo costretta a cercare nuove strade. Un carattere difficile, insomma. Sono sicura che se si facesse una indagine psicologica sui grandi innovatori della storia verrebbero fuori esattamente così.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Intanto vorrei dire quali sono, secondo me, le innovazioni che più lo hanno cambiato negli ultimi decenni: lavatrice e lavastoviglie, il Sessantotto e la Apple. Le prime hanno liberato le donne da una parte di lavoro domestico, regalando loro tempo libero,  il secondo ha rappresentato la più profonda rivoluzione dei rapporti sociali dell’ultimo secolo. Quanto alla Apple, il mondo che stiamo vivendo, da internet ai social, esiste grazie ai prodotti lanciati da Steve Jobs e alla loro diffusione globale. Posso dire anche quale innovazione secondo me non cambierà  un bel niente: l’auto che si guida da sola non andrà mai da nessuna parte. E se lo penso io che non ho la patente,  è probabile che sarà così. Ma ovviamente, posso sempre essere smentita dai fatti. Intanto, continuo a girare felicemente a piedi, in metro e in taxi.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Riconoscere i meriti e prendersi le colpe. Intendo  meriti e colpe degli altri, ovviamente. E’ questo che secondo me distingue un vero leader da uno che semplicemente ‘’comanda’’. Un leader è quello che attribuisce i successi al team e gli insuccessi a sé stesso.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. A parte marito, figlie, amici,  sicuramente Steve Jobs: è grazie ai suoi computer ‘’for dummies’’  se oggi faccio la scrittrice. Se avessi dovuto scrivere con le vecchie macchine a tasti non sarei mai andata oltre un telegramma. Troppo lento e faticoso. Ma anche un Pc non mi avrebbe dato la stessa spinta che ho trovato in un Mac. Ne ho comprato uno per ogni “capitolo” della mia vita professionale, i primi facendo anche notevoli sacrifici economici per riuscire a pagarmeli. E li conservo tutti con amore, anche quelli che non uso più.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Paura: che succeda qualcosa di brutto alle persone che amo. Speranza: che succeda ogni bene alle persone che amo. Si, ho un orizzonte piuttosto ristretto e banale. Ma credo che alla fine sia questo che conta: l’amore che dai, quello che ricevi. 

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Scrivere, scrivere, scrivere, per l’oggi e per il domani, per sempre. Vorrei continuare a raccontare il tempo in cui viviamo, non solo dal punto di vista dell’economia, ma anche su altri aspetti: politica, amore, società, generazioni. E mi piacerebbe sperimentare altre forme di scrittura: romanzi, sceneggiature. Se devo dirla tutta: il mio sogno segreto è vincere un Oscar per la migliore sceneggiatura. So che non accadrà mai, ma intanto… lo sogno.  Poi mi piacerebbe anche ideare una catena di palestre davvero innovative: la mia generazione è la prima che vivrà per  un tempo insolitamente lungo, e credo sia un dovere, per se stessi e  per la collettività, cercare di vivere questo tempo restando il più possibile in buona forma fisica.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. I tramonti di Roma. Le persone stupide.

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