Rossana Revello: affrontare la complessità mettendo i professionisti in rete
16 Aprile 2017
Antonella Negri-Clementi: l’innovatore è un visionario pragmatico
19 Aprile 2017

Marco Gay: cancelleremo la parola impossibile

Marco Gay

“Tu vedi cose che esistono e ti chiedi “Perché?”, ma io sogno cose mai esistite e mi chiedo “Perché no?”.
Questa frase di George Bernard Shaw è una delle preferite di Marco Gay.
Torinese, nato nel 1976, Marco Gay, è sposato e ha tre figli. Dal 6 maggio 2014 è Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Vice Presidente Confindustria (ndr il suo successore sarà eletto a maggio), dopo essere stato in precedenza Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte e Vice Presidente di Confindustria Piemonte.
Ha iniziato la propria carriera imprenditoriale nell’azienda di famiglia Proma S.p.a., società che opera nel settore metalmeccanico. Dal 2000 è co-founder e CEO di WebWorking S.r.l.
Nel 2007 acquisisce quote della società Ottovolante S.r.l., società specializzata in Digital Project per il settore farmaceutico e ne diventa l’Amministratore Delegato. Successivamente entra nell’agenzia pubblicitaria GSW WorldWide Italy come CEO.
Dal novembre 2015 è socio e Vice Presidente di Digital Magics, società incubatore di progetti digitali. Dal luglio 2016 è membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Università LUISS Guido Carli.
Dal luglio 2016 è membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Università LUISS Guido Carli.

Chi è un innovatore per te? Perché?
Riassumo la mia visione di chi è un innovatore con una frase di George Bernard Shaw che diceva “molti vedono le cose come sono e si chiedono “perché?”, qualcuno invece sogna cose mai viste e si chiede “perché no?”. Un innovatore è chi non ha paura di cambiare le cose né di sbagliare, perché ha il sogno di realizzare progetti che a molti sembrano impossibili.

Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
L’innovazione è un fenomeno complesso, che cambia percorso ad ogni ostacolo per riuscire ad andare avanti. Non è identificabile in un prodotto, servizio o progetto specifico che uno crea svegliandosi la mattina. Ciò che cambierà il mondo sarà piuttosto l’innovazione di processo, ovvero l’apertura e la connessione del sistema della conoscenza e della ricerca tendenzialmente a tutti, un modello open che permetterà di sviluppare quindi il potenziale di tutti, di condividere i risultati e di cancellare la parola “impossibile”.

Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
Sapersi prendere le proprie responsabilità e saper riconoscere il valore delle persone attorno a sé, essere pronto a sostenere che il successo è un risultato a cui hanno contribuito tutti e che il fallimento è invece solo responsabilità personale.

Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
Difficile sceglierne una perché in tantissimi hanno contribuito a chi sono oggi. Certamente la famiglia mi ha dato tanto. Mio nonno materno che ha condiviso con me i valori umani del rispetto e della disponibilità verso gli altri. Mio padre da cui ho visto come si fa impresa, con i suoi pro e i suoi contro ma sempre con la regola che bisogna essere “padri e non padroni” sia in casa che in azienda. E poi le persone che ho conosciuto a lavoro, tante persone eccezionali, non ultimo il fondatore della impresa di cui sono Vicepresidente, che mi ha insegnato che anche dopo i 50 anni si possono fare cose nuove e grandi grazie a quella “sana follia” che va applicata tutti i giorni.

La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
La paura più grande dal punto di vista personale è tradire la fiducia delle persone che mi stanno vicine. Sotto quello professionale è di non avere più il coraggio di mettermi in gioco. La speranza è di rendere orgoglioso chi crede e confida in me.

Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
Il mio progetto attuale è quello di continuare a investire tempo e risorse per far crescere la mia azienda, renderla sempre più internazionale e leader del mercato. Il progetto futuro per fortuna non lo so ancora!

La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
La cosa che mi emoziona di più è vedere qualcuno soddisfatto e felice. E’ il sorriso di un figlio, il talento che ha successo. La cosa che mi fa arrabbiare di più…anzi sono due: chi non rispetta la parola data e chi, pur avendo le possibilità di fare, non ha la voglia di farlo.

Iscriviti alla Newsletter









Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi